SEC contro Tesla per non aver controllato i tweet di Musk

da Redazione



© Reuters.

Di Alessandro Albano 

Investing.com – Tesla (NASDAQ:) non sarebbe stata in grado di monitorare i tweet del Ceo Elon Musk nonostante l’accordo con la Security and Exchange  Commission per il controllo dei tweet da parte della società di Palo Alto. Lo rivela un’indiscrezione del Wall Street Journal mercoledì, secondo il quale nel 2020 la Sec avrebbe ammonito formalmente la società californiana per non aver aderito agli obblighi contrattuali.  

Nel 2018, Musk era stato accusato di frode da parte dell’authority statunitense per aver utilizzato twitter in maniera indebita, twittando di un possibile buyout della società, costringendo il Ceo a pagare una sanzione da 40 milioni e a firmare un accordo secondo cui tutti i suoi tweet sarebbero stati visionati dagli avvocati di Tesla prima di essere pubblicati.

Il quotidiano finanziario riporta che il patto sarebbe stato violato in due occasioni, prima nel 2019 e poi nel 2020, in cui i riferimenti verso produzione e prezzo azionario di Tesla nei tweet sono stati più che espliciti. In entrambi i casi la Commissione ha inviato lettere formali al car maker, affermando che i dettagli sui numeri della società o le considerazioni pubbliche di Musk sono soggetti al controllo dei legali del gruppo.

Gli avvocati di Tesla hanno replicato che i contenuti dei tweet erano “del tutto aspirazionali” e che rappresentavano “solo l’opinione personale dell’imprenditore”, dichiarandosi “preoccupati” per le regolamentazioni che “cercavano di costringere Musk al silenzio”.

Dopo le segnalazioni, l’autorità finanziaria ha informato i legali di Tesla di “voler risolvere le controversie senza andare in tribunale”, chiedendo agli stessi di “rivedere la propria posizione in materia” e di “implementare misure di controllo per non danneggiare ulteriormente gli azionisti”. 

Il monito della Sec, se non sarà seguito da sanzioni, sembra poca cosa visto il legame sempre più stretto tra social e mercati finanziari (vedi caso cripto), ma dovrebbe spingere i gestori dei social ad assumere una posizione più rigida nei confronti di possibili manipolazioni di mercato. Altrimenti il ban imposto su Trump dopo la rivolta di Capitol Hill a gennaio potrebbe rivelarsi puramente politico.

 

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