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Di Alessandro Albano
Investing.com – Anche l’Olanda non riceverà più gas da Mosca. Gazprom (MCX:) ha comunicato questo martedì di aver interrotto le forniture di gas ai Paesi Bassi dopo che la società energetica olandese GasTerra ha detto “no” al pagamento in rubli.
“Gazprom ha completamente interrotto le forniture di gas a GasTerra a causa del mancato pagamento in rubli”, si legge nel comunicato del colosso russo, il quale precisa di “non aver ricevuto pagamenti per le forniture”, nonostante avesse ribadito a GasTerra che “il gas fornito dal 1 aprile dovesse essere pagato in valuta russa”.
Da parte sua, la società olandese ha voluto precisare che lo stop al gas russo è stata una scelta propria, affermando in una nota di “aver deciso di non rispettare i requisiti di pagamento di Gazprom” in quanto significherebbe “violare le sanzioni europee”.
“Ci sono troppi rischi finanziari e operativi associati alla via di pagamento richiesta. L’apertura di conti a Mosca secondo il diritto russo e il loro controllo da parte del regime russo rappresentano “un rischio troppo grande”, viene sottolineato dalla società di Groningen.
La chiusura degli approvvigionamenti comporta che fino al prossimo 1 ottobre, data di scadenza del contratto tra GasTerra e Gazprom, non verranno consegnati “circa 2 miliardi di m3 di gas”, per questo la società olandese si è mossa “acquistando gas da altri fornitori”.
“Il mercato europeo del gas è altamente integrato ed esteso”, prosegue in nota GasTerra, precisando che tuttavia “è impossibile prevedere come la mancata fornitura di 2 miliardi di m3 di gas russo influenzerà la domanda/offerta e se il mercato europeo potrà assorbire questa perdita di fornitura senza gravi conseguenze”.
I Paesi Bassi non sono l’unico Stato a non ricevere più beni energetici da Mosca. Dopo il decreto presidenziale di Putin che obbliga gli importatori ad aprire un doppio conto in euro e in rubli presso Gazprombank, anche Finlandia, Bulgaria e Polonia hanno interrotto gli scambi di beni energetici con la Russia. Altri importanti gruppi europei (come Eni (BIT:)) hanno invece deciso di aprire il doppio conto presso la banca russa grazie alle nuove linee guida della Commissione Ue.
Dopo lo stop di Gazprom, i prezzi del , considerati il benchmark europeo, sono in rialzo dell’1,9% ad euro 93 per MWh.
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