
© Reuters. La bandiera cinese, la bandiera dell’Unione europea e la bandiera tedesca presso la Cancelleria di Berlino
BRUXELLES (Reuters) – L’Unione europea e la Cina hanno concluso un patto d’investimento, che secondo Bruxelles aiuterà a correggere quelli che considera rapporti economici non equilibrati.
Ecco i punti principali dell’accordo e la sua tempistica.
PERCHÉ L’URGENZA?
La Ue e la Cina volevano concludere un accordo entro la fine dell’anno e i leader politici lo hanno firmato un giorno prima della scadenza che si erano prefissati.
Il più grande paese del blocco, la Germania, è un grande sostenitore dell’accordo, avendo molte grandi aziende che operano in Cina, e si era prefissato l’obiettivo di concludere i colloqui durante i sei mesi alla presidenza della Ue, che termineranno il 31 dicembre.
L’accordo è stato raggiunto anche alla vigilia dell’entrata in carica negli Stati Uniti del presidente eletto Joe Biden, con il timore che la Cina sarà probabilmente un tema nelle relazioni tra Usa e Ue. Alcuni osservatori ipotizzano che questo possa aver convinto Pechino a procedere con l’accordo.
ACCESSO AL MERCATO
Con l’accordo, la Ue garantisce alle sue imprese un nuovo accesso per investire in Cina nel trasporto aereo, come i sistemi informatici di prenotazione e di assistenza a terra, i servizi di cloud computing, le auto elettriche e le attività terrestri legate ai servizi marittimi.
I requisiti delle joint venture saranno eliminati per il settore automobilistico, molti servizi finanziari e per gli ospedali privati nelle grandi città, per il settore pubblicitario, i servizi immobiliari e ambientali, come le acque reflue e lo smaltimento dei rifiuti.
L’accordo eliminerà inoltre le limitazioni dei progetti per i servizi di costruzione e si impegna all’apertura nella maggior parte dei settori manifatturieri e dei servizi informatici.
I manager e gli specialisti delle aziende europee potranno lavorare nelle filiali cinesi per un massimo di tre anni senza restrizioni.
Le aziende che potrebbero trarne vantaggio includono Daimler, Volkswagen (DE:), BMW, Allianz (DE:), Siemens e Peugeot.
Da parte sua, la Cina otterrà alcune nuove concessioni sugli investimenti nei settori manifatturiero ed energetico, anche se le sue partecipazioni nelle società di energia rinnovabile della Ue non potranno superare il 5%.
Tuttavia, poiché il blocco è stato a lungo generalmente più aperto agli investimenti esteri rispetto alla Cina, Bruxelles vede l’accordo principalmente come rimedio agli squilibri, offrendo alla Cina principalmente la promessa di non mettere a repentaglio l’accesso esistente.
Gli investimenti europei in Cina hanno raggiunto più di 140 miliardi di euro in 20 anni, con 120 miliardi di euro che vanno nella direzione opposta.
PARITÀ DI CONDIZIONI
La Cina ha accettato diversi impegni richiesti dalla Ue per garantire condizioni di parità.
Questi includono la garanzia che le imprese di proprietà statale non discriminino gli investitori europei quando acquistano o vendono beni o servizi. Il trasferimento forzato di tecnologia, una condizione in numerose joint venture, sarà vietato.
La Cina si è impegnata, inoltre, a essere più trasparente sui sussidi, anche nei servizi.
IMPEGNI EXTRA
L’accordo include impegni sul cambiamento climatico, come l’adesione all’accordo sul clima di Parigi, e sui diritti dei lavoratori. La Cina, ad esempio, sottoscriverà più convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro, in particolare sul lavoro forzato.
ESECUZIONE
Per garantire che l’accordo venga rispettato, è stato creato un comitato politico, con collegi arbitrali che si pronunceranno sulle controversie e imporranno potenziali sanzioni.
Un gruppo di esperti redigerà un rapporto, con il contributo della società civile, per garantire il rispetto degli impegni ecologici e sul lavoro.
QUAL è LA PROSSIMA MOSSA?
Il testo dell’accordo deve ancora essere finalizzato, prima di mesi di revisione legale e poi di traduzioni per garantire che sia disponibile nelle 24 lingue ufficiali del blocco. Solo allora sarà ratificato, cosa che in Europa richiede l’approvazione dei 27 governi della Ue e del Parlamento europeo.
((Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, alice.schillaci@thomsonreuters.com, +48587696614))